Buon Natale 2020 e Ottimo 2021

I nostri migliori e più sinceri auguri per un buon Natale ed un luminosissimo anno nuovo

Ricordando Hatakeyama Goro

Sono passati undici anni dalla dipartita del Maestro Hatakeyama Goro, come molti altri allievi ieri sera e oggi ho dedicato alcuni pensieri ed un po’ di pratica al ricordo del Sensei, praticando in solitudine, purtroppo non è il massimo, piuttosto il contrario: l’unica cosa che mi è sembrato possibile fare in questi tempi di misure di contenimento della pandemia COVID

Quest’anno ho quindi pensato di celebrare privatamente il ricordo del maestro, che ha trasmesso moltissimo a molti praticanti in giro per il mondo e in Italia, della sua interpretazione del Katori Shinto Ryu e dei suoi ripetuti motti: “Tanto tanto keiko” (dal quale il nome di questo blog), “Ichi gan, ni soku, san tan, shi riki”, “MA to MA AI to ZANSHIN” e “Piano piano con precisione” (anche “C’est bon” e “Pas bien”) pronunciati in quel misto di lingue nippo-franco-italiano grazie al quale riusciva a farsi capire, aiutato dalla mimica e dal supporto dei suoi allievi più anziani.

Ho inteso anche ricordare l’uomo, che ho avuto il privilegio di incontrare quando veniva in Italia, e del quale mi hanno colpito atteggiamenti particolari e aneddoti, narrati o capitati in mia presenza. Sin da principiante, arrivando con l’aspettativa dell’austero e inflessibile maestro di arti marziali giapponesi, rigoroso e accigliato come un samurai dei film, mi stupivo piacevolmente di incontrare questo piccolo insolito giapponese, che si sforzava, a volte anche in modo un po’ buffo, per farci capire quello che intendeva in quel momento della pratica della spada e della sua personale interpretazione e che terminava le spiegazioni con un sorriso (per questo ho scelto la foto di questo articolo) e un “Capito ?!?! Hajime !!!”.

Piccolo insolito giapponese … fino a che non decideva di mettere sè stesso e la sua presenza nella spada, nella distanza e nel tempo e allora non ce ne era più tempo per pensare o giudicare, ero troppo impegnato a cercare di cavarmela e di togliermi d’impiccio.

Tra amici, fratelli e compagni di pratica, spesso abbiamo avuto modo di raccontarci gli uni con gli altri, ricordi e memorie di Hatakeyama, sia della pratica sia della vita fuori dal tatami. un po’ come si fa parlando di un amico o di un parente che vive distante e che rievochi con piacere ed affetto. Non intendo quindi mitizzare il maestro, come tutti gli uomini aveva pregi e difetti, prendeva decisioni e azioni condivisibili o non condivisibili, condivise o non condivise, forse anche per questo non smetto di seguirlo, di volergli bene, era un uomo, e questa sua indiscutibile umanità lo ha reso e continua a renderlo, a miei occhi, ancor più Maestro e studioso della Via.

Un saluto Sensei, io continuo a praticare … tanto tanto keiko, piano piano e con precisione, la seconda volta veloce.

Buona Estate a tutti

Buona Estate a tutti
ci rivediamo e leggiamo a Settembre

Shimadzu Iroha-no-uta – ottava e ultima parte

La saggezza di Kagoshima passata di generazione in generazione dei Samurai del clan Satsuma

Concludo la pubblicazione della traduzione in Italiano di una serie di articoli di Alex Bradshaw, che ringrazio sempre per avermene concesso il permesso. Ho cercato di rimanere il più aderente possibile ai suoi testi e ai relativi post che potrete trovare pubblicati qui. Riprendo e condivido la riflessione che questi quarantasette insegnamenti sono estremamente attuali ed applicabili alla nostra vita di ogni giorno ed altri ci aiutano ad intravedere quanto differenti fossero vita e sentire nel Giappone dei Samurai durante il periodo Sengoku

Potete trovare qui l’articolo originale

Lo Shimadzu Iroha-no-uta è una collezione di poemi corti scritta da Shimadzu Tadayoshi circa a metà del 1.500.

Conosciuto anche come Jisshin-ko Iroha-no-uta, raccoglie 47 precetti , ognuno dei quali inizia con una lettera dell’alfabeto tradizionale giapponese, ed è stato utilizzato per più di 300 anni per educare i samurai della provincia di Satsuma nei principi morali da perseguire.

Lo Iroha-no-uta viene ancora ampiamente insegnato al giorno d’oggi in Kagoshima e in alcune scuole materne i bambini di cinque anni imparano a ripetere l’intero canone.

43) え えへる世をさましてやらで盃に 無明の酒を かさねるはうし
Che spreco riempire la tazza e continuare a bere in questo mondo già ubriaco.

Il nostro mondo è ubriaco – non siamo consapevoli della nostra stessa condizione nè delle sofferenze altrui. Cercare di sfuggire bevendo alcool è uno spreco che ci fa solo intossicare maggiormente. Questo non significa che il Samurai non bevessero alcoolici – a dire il vero era proprio il contrario. Così come per i Giapponesi dei giorni nostri, a loro gli alcoolici piacevano particolarmente, ma qui siamo ammoniti di cercare la verità nel mondo piuttosto che cercare di sfuggirne.

44) ひ ひとり身をあはれとおもへ物ごとに 民にはゆるす 心あるべし
Mostra compassione per gli orfani e gli anziani, che il tuo un cuore sia pronto al perdono per tutte le persone.

Dovremmo essere compassionevoli con i figli privi di genitori, così come con gli anziani senza figli. Dovremmo cercare di perdonare i misfatti altrui e ricordare sempre che non possiamo essere al corrente della loro situazione e dei loro motivi.

45) も もろもろの国やところの政道は 人にまづよく 教へならはせ
In politica si dovrebbe educare la gente prima di precipitarsi a rendere più severe le leggi, indipendentemente dalla terra o dal paese.

Dovremmo innanzitutto tentare di educare e ottenere la comprensione di coloro i quali guidiamo invece di farli sottostare a regole severe. Durante il periodo Sengoku, degli Stati Combattenti, questo era di primaria importanza quando le terre venivano conquistate dai Signori della Guerra in lotta, imponendo nuove regole severe e differenti alla popolazione, che avrebbe potuto essere incline alla ribellione se provocata da nuove leggi eccessivamente drastiche

46) せ 善に移りあやまれるをば改めよ 義不義は生れ つかぬものなり
Non nasciamo nè virtuosi nè peccatori. Fai sforzi quotidiani per migliorare te stesso e correggere i difetti che identifichi.

Non siamo nati nè meglio nè peggio di chiunque altro e tutti iniziamo con una lavagna pulita sulla quale darci da fare. Cerchiamo di migliorare noi stessi quotidianamente e meditamo sulle nostre debolezze, possiamo renderci persone migliori grazie alla introspezione e all’impegno adeguato.

47) す 少しきを足れりとも知れ満ちぬれば 月もほどなく 十六夜の空
La Luna inizia a calare la notte dopo essere stata piena. Vivi la tua vita in modo da essere felice con meno.

L’insegnamento finale dello Iroha-no-uta ci dice che dovremmo imparare a vivere le nostre vite in modo da essere soddisfatti con meno di tutto quello che desideriamo. Ci viene ricordato che la stessa Luna cresce a poco a poco fino a diventare luna piena, ma il giorno immediatamente successivo inizia a calare nuovamente. Allo stesso modo i nostri desideri non saranno mai pienamente soddisfatti e noi cercheremo di avere sempre di più, indipendentemente da quanto possa essere difficile ottenere quello che desideriamo. Piuttosto cerchiamo di essere soddisfatti con quello che abbiamo e vivamo la nostra vita con gratitudine al posto del desiderio.

Questo ci ha portato alla fine della raccolta di poemi utilizzati per educare i Samurai di Kagoshima sulla morale appropriata da seguire. Moltissimo è cambiato nelle centinaia di anni trascorsi da quando sono stati scritti questi precetti, ma le lezioni fondamentali dello Iroha-no-uta rimangono effettive ed applicabili anche al giorno d’oggi.

Sengan-en Residenza signorile e giardini della famiglia Shimadzu
Sengan-en è un giardino tradizionale e residenza signorile costruita dal diciannovesimo capo della famiglia Shimadzu, Mitsuhisa, nel 1658. Sengan-en utilizza il principio del “paesaggio preso in prestito” e incorpora gli elementi di sfondo del vulcano attivo Sakurajima e Kinko Bay come parte dei giardini.
Alex Bradshaw
Alex è Head of Overseas Business per la Shimadzu Limited e ha vissuto per oltre 15 anni a Kagoshima.
Ha trascorso molti anni nello studio della scherma tradizionale Jigen-ryu Hyoho ed ha avuto modo di tenere dimostrazioni di arti marziali per il Principe della Corona Giapponese e presso molti venerabili santuari diffusamente in Giappone. Inoltre pratica calligrafia, zazen e molti altri elementi della cultura Giapponese e ha tradotto vari testi su questi argomenti.

Shimadzu Iroha-no-uta – settima parte

La saggezza di Kagoshima passata di generazione in generazione dei Samurai del clan Satsuma

Continuo la pubblicazione della traduzione in Italiano di una serie di articoli di Alex Bradshaw, che ringrazio sempre per avermene concesso il permesso. Ho cercato di rimanere il più aderente possibile ai suoi testi e ai relativi post che potrete trovare pubblicati qui. Riprendo e condivido la riflessione che questi quarantasette insegnamenti sono estremamente attuali ed applicabili alla nostra vita di ogni giorno ed altri ci aiutano ad intravedere quanto differenti fossero vita e sentire nel Giappone dei Samurai durante il periodo Sengoku

Potete trovare qui l’articolo originale

Lo Shimadzu Iroha-no-uta è una collezione di poemi corti scritta da Shimadzu Tadayoshi circa a metà del 1.500.

Conosciuto anche come Jisshin-ko Iroha-no-uta, raccoglie 47 precetti , ognuno dei quali inizia con una lettera dell’alfabeto tradizionale giapponese, ed è stato utilizzato per più di 300 anni per educare i samurai della provincia di Satsuma nei principi morali da perseguire.

Lo Iroha-no-uta viene ancora ampiamente insegnato al giorno d’oggi in Kagoshima e in alcune scuole materne i bambini di cinque anni imparano a ripetere l’intero canone.

36) あ あきらけき目も呉竹のこの世より 迷はばいかに 後のやみじは
Se c’è chi riesce ad allontanarsi dalla Via in questo mondo pieno di luce, quanto maggiormente potrà capitare nei percorsi oscuri dell’aldilà.

Se siamo guidati dalle tentazioni e deviamo dalla via retta e circoscritta in questa vita, quasi certamente lo faremo per le strade anguste, oscure e ventose dell’aldilà. Veniamo ammoniti a cercare l’illuminazione in questa vita, per poterci risparmiare tormenti successivamente.

37) さ 酒も水ながれも酒となるぞかし ただ情あれ 君が言の葉
Il vino può tramutarsi in acqua di fiume e l’acqua di fiume in vino. Le parole dei capi devono essere ponderate conformemente.

Questo trentasettesimo insegnamento dello Iroha-no-uta è abbastanza criptico e dà per scontata la conoscenza della storia Cinese. Qui si fa riferimento ad un episodio accaduto a Goujian, re del Regno di Yue (governò dal 496 al 465 AC). Goujian aveva formato un’armata per sconfiggere lo Stato di Wu e aveva raccolto un grande esercito di uomini vicino ad un fiume. Ai soldati dell’armata era stato portato del pane tostato, ma c’era solo poco vino a disposizione, sicuramente non abbastanza per tutti i soldati. Goujian versò il vino nel fiume e con questa sua acqua brindò insieme ai suoi uomini, che scesero in campo e ottennero una grande vittoria nella battaglia che seguì poco dopo. Le parole di un Leader possono avere grande influenza sulla motivazione di chi lo segue, alla stessa maniera nella quale la semplice acqua del fiume fu accettata come se fosse vino. Siamo esortati a ricordare questo avvenimento e a scegliere saggiamente le nostre parole per garantire i migliori risultati da parte delle persone che ci seguono.

38) き 聞くことも又見ることもこころがら みな迷なり みなさとりなり
Tutto quello che vediamo e sentiamo in questo mondo può essere confusione o illuminazione. Tutto dipende soltanto dalla nostra mente.

Il nostro stato mentale influenza il modo in cui vediamo il mondo e dovremmo dare il meglio che possiamo per cercare l’illuminazione durante la nostra vita.

39) ゆ 弓を得て失ふことも大将の こころひとつの 手をばはなれず
Che la mano sull’arco scivoli o sia salda dipende solo dalla mente del Generale.

Questo trentanovesimo insegnamento dello Iroha-no-uta usa l’arco come simbolo dell’intera Via delle arti marziali. La Via del Samurai era considerate essere quella di Cavallo e Arco prima di diventare quella della Spada. La capacità di combattere come un’unica forza compatta anzichè separarsi in piccolo gruppi disgiunti e deboli richiede una ferrea determinazione mentale da parte del Generale, proprio come quando si tende l’arco per scoccare.

40) め めぐりては我が身にこそつかへけれ 先祖のまつり 忠孝の道
La via della devozione filiale e della venerazione degli Antenati ti condurrà a ritrovare te stesso.

Il quarantesimo insegnamento dello Iroha-no-uta si riferisce alla Via della devozione filiale e del rispetto verso i genitori e gli antenati. Onora gli antenati e costituisci un buon esempio per i tuoi stessi figli, i tuoi discendenti ti onoreranno a loro volta. Qui c’è anche un ammonimento nascosto sul fatto che la mancanza di rispetto verso i propri antenati porterà i nostri figli a non rispettarci, la qual cosa si ripercuoterà a loro volta su loro stessi, segnando poi anche le future generazioni della famiglia.

41) み 道にただ身をば捨てんと思ひとれ 必ず天の 助けあるべし
Impegnati totalmente a seguire la vera Via, il Cielo sarà sempre pronto a tenderti una mano.

Se cerchiamo di seguire la vera e nobile Via, quando anche le cose si fanno difficili, dure, ci verranno inviati colpi di fortuna dall’alto. Chiaramente dobbiamo riflettere molto bene su quale sia il modo migliore di interpretare la Via ed impegnarci seriamente per raggiungere i nostri obiettivi, ma il Cielo ci guarda sempre.

42) し 舌だにも歯のこはきをばしるものを 人は心の なからましやは
Tieni conto dei rischi connessi al fondare troppo sulle menti altrui, così come la lingua sta attenta ai rischi da parte dei denti.

Anche se la nostra lingua conosce il pericolo di essere morsa dai denti, pure rimaniamo indulgenti quando dovremmo comprendere i rischi del fondare sulla mente degli altri. Veniamo qui ammoniti ad essere sempre consapevoli che le persone non sempre dicono o fanno chiaramente quello che pensano che di conseguenza dobbiamo essere sempre cauti.

Sengan-en Residenza signorile e giardini della famiglia Shimadzu
Sengan-en è un giardino tradizionale e residenza signorile costruita dal diciannovesimo capo della famiglia Shimadzu, Mitsuhisa, nel 1658. Sengan-en utilizza il principio del “paesaggio preso in prestito” e incorpora gli elementi di sfondo del vulcano attivo Sakurajima e Kinko Bay come parte dei giardini.
Alex Bradshaw
Alex è Head of Overseas Business per la Shimadzu Limited e ha vissuto per oltre 15 anni a Kagoshima.
Ha trascorso molti anni nello studio della scherma tradizionale Jigen-ryu Hyoho ed ha avuto modo di tenere dimostrazioni di arti marziali per il Principe della Corona Giapponese e presso molti venerabili santuari diffusamente in Giappone. Inoltre pratica calligrafia, zazen e molti altri elementi della cultura Giapponese e ha tradotto vari testi su questi argomenti.

Shimadzu Iroha-no-uta – sesta parte

La saggezza di Kagoshima passata di generazione in generazione dei Samurai del clan Satsuma

Continuo la pubblicazione della traduzione in Italiano di una serie di articoli di Alex Bradshaw, che ringrazio sempre per avermene concesso il permesso. Ho cercato di rimanere il più aderente possibile ai suoi testi e ai relativi post che potrete trovare pubblicati qui. Riprendo e condivido la riflessione che questi quarantasette insegnamenti sono estremamente attuali ed applicabili alla nostra vita di ogni giorno ed altri ci aiutano ad intravedere quanto differenti fossero vita e sentire nel Giappone dei Samurai durante il periodo Sengoku

Potete trovare qui l’articolo originale

Lo Shimadzu Iroha-no-uta è una collezione di poemi corti scritta da Shimadzu Tadayoshi circa a metà del 1.500.

Conosciuto anche come Jisshin-ko Iroha-no-uta, raccoglie 47 precetti , ognuno dei quali inizia con una lettera dell’alfabeto tradizionale giapponese, ed è stato utilizzato per più di 300 anni per educare i samurai della provincia di Satsuma nei principi morali da perseguire.

Lo Iroha-no-uta viene ancora ampiamente insegnato al giorno d’oggi in Kagoshima e in alcune scuole materne i bambini di cinque anni imparano a ripetere l’intero canone.

31) け 賢不肖用い捨つるといふ人も 必ずならば 殊勝なるべし
Si dice che uno dovrebbe assumere il saggio e scartare lo stolto. Fallo con sicurezza ed il tuo successo sarà assicurato.

Anche se è facile dire “circondati di uomini saggi e scarta gli stolti”, all’atto pratico è estremamente difficile da realizzare. Quello che sembra saggio potrebbe non esserlo e a volte un idea pazzoide si rivela essere il migliore suggerimento. È solo imparando a giudicare chi dovremmo ascoltare e con chi dovremmo collaborare che incrementiamo le nostre possibilità di successo.

32) ふ 不勢とて敵を侮ることなかれ 多勢を見ても 恐るべからず
Non essere mai sprezzante se i nemici sono pochi, nè abbi timore di far fronte a situazioni senza speranza.

Non dovremmo mai sottostimare i nostri nemici, anche quando li sovrastiamo per numero. Ugualmente non dovremmo mai avere paura quando siamo in forte minoranza. Questo ammonimento si provò di gran valore per Yoshihiro, nipote di Tadayoshi, che, con soli 7,000 seguaci, sconfisse un armata Ming forte di 37,000 uomini, guadagnandosi il soprannome di “Demone Shimadzu”. Più avanti Yoshihiro riuscì a ritirarsi dal campo di battaglia di Sekigahara andando alla carica nel mezzo dei 30,000 soldati di Tokugawa, con soli 1,500 uomini.

33) こ 心こそ軍する身の命なれ そろふれば生き 揃はねば死す
Le menti degli uomini sono la vita di un armata. Insieme sopravvivono, separati muoiono.

La forza di un esercito risiede nelle menti e nella volontà di lavorare insieme degli uomini che lo costituiscono. Qualunque perdita di coesione comporterà un indebolimento e porterà alla sconfitta sul campo di battaglia. Questo insegnamento dovrebbe suonare naturale ai leaders, che devono tenere in considerazione la motivazione del loro staff e la loro unità di intenti.

34) え 廻向には我と人とを隔つなよ 看経はよし してもせずとも
Che tu legga o meno le sutra, non fare distinzione tra amici e nemici quando piangi per i morti.

Non dovremmo distinguere tra amici e nemici quando piangiamo per i morti. Qualsiasi sia la circostanza che ha condotto le due parti al conflitto, questa rimane in questo mondo, i morti se la lasciano alle spalle quando svaniscono dal piano materiale. Questo comportamento può essere chiaramente ritrovato nelle “rokujizo”, le statue che il clan Shimadzu era uso lasciare sui campi di battaglia per pregare per la salvezza delle anime di alleati e nemici alla stessa maniera.

35) て 敵となる人こそ己が師匠ぞと 思ひかへして 身をも嗜め
Pensa al tuo nemico come ad un mentore, rifletti su te stesso e perfezionati.

Dovremmo pensare ai nostri nemici come insegnanti che ci mostrano i nostri punti deboli. Grazie a questo possiamo meditare su queste debolezze e migliorare noi stessi. Questo diffuso senso di rispetto anche per il più acerrimo nemico è un tema basilare nello Iroha-no-uta e ci fornisce un’idea della mentalità di questi Guerrieri che cercavano con tenacia di dare un senso etico alle cose in un tempo devastato dalle guerre.

Sengan-en Residenza signorile e giardini della famiglia Shimadzu
Sengan-en è un giardino tradizionale e residenza signorile costruita dal diciannovesimo capo della famiglia Shimadzu, Mitsuhisa, nel 1658. Sengan-en utilizza il principio del “paesaggio preso in prestito” e incorpora gli elementi di sfondo del vulcano attivo Sakurajima e Kinko Bay come parte dei giardini.
Alex Bradshaw
Alex è Head of Overseas Business per la Shimadzu Limited e ha vissuto per oltre 15 anni a Kagoshima.
Ha trascorso molti anni nello studio della scherma tradizionale Jigen-ryu Hyoho ed ha avuto modo di tenere dimostrazioni di arti marziali per il Principe della Corona Giapponese e presso molti venerabili santuari diffusamente in Giappone. Inoltre pratica calligrafia, zazen e molti altri elementi della cultura Giapponese e ha tradotto vari testi su questi argomenti.

Sulla grata memoria dei Maestri passati (dalla Fenice Rossa)

Vi propongo una riflessione con le parole del Maestro Carlo Caprino, che ringrazio per aver dato il permesso di ripubblicare e, sopratutto, per aver espresso così bene riflessioni e sentimenti che sono anche miei.

Copio integralemente l’articolo e vi invito a fare una visita a quello originale e a lasciare un “like”


… aggiungo anche una foto dal nostro dojo, scattata immediatamente appena entrato per mandarla ai compagni di Via dopo due mesi di assenza forzata, tutto era rimasto quasi immutato … tranne i fiori.

Una delle occasioni in cui più spesso un profano delle Arti Marziali storce il naso entrando in un Dojo è quando il suo sguardo capita sul Kamiza e nota le foto dei Maestri dell’Arte, non di rado circondate da altri oggetti che possono far immaginare una sorta di rito religioso.

La qual cosa, è facilmente comprensibile, non è vista di buon occhio quasi da nessuno: l’ateo o l’agnostico spregeranno la venerazione dell’uomo verso l’uomo, non accettando neppure la reverenza dell’uomo al Divino; l’islamico osservante della Sunna considera impure le immagini di esseri viventi; il cristiano – allo stesso modo – le interpreterà come esempi di idolatria… ce n’è quanto basta insomma per attirarsi gli strali di credenti e non credenti.

La recente scomparsa del Maestro Massimo Aviotti e la scelta di esporre anche la sua immagine sul Kamiza del nostro Dojo mi ha spinto ad alcune riflessioni che ho ritenuto opportuno condividere per spiegare questa peculiarità delle discipline orientali, che tanto sembra confliggere con il comune sentire di molti. Occorre dire che – ahinoi – l’equivoco è spesso alimentato dagli stessi praticanti marziali, che troppo spesso tributano al loro Maestro, sia vivente che trapassato, una sorta di culto religioso al limite del settarismo.

Le spiegazioni di un siffatto comportamento potrebbero essere molte, a partire dalla considerazione storica che vede molte Scuole vantare come fondatore una divinità, un semidio o un essere più o meno soprannaturale; un modo come un altro per menare lustro alla propria Scuola, simboleggiare archetipicamente i principi alla base della stessa e – perché no – fare un po’ i gradassi con gli avversari e affascinare i propri membri. Va da sé che questo comportamento poteva avere un senso qualche secolo fa, oggi sarebbe il caso di esaminarlo alla luce degli studi storici, psicologici ed antropologici che potrebbero chiarire agli interessati molte scelte e simbologie del passato, senza nulla togliere alla validità della Scuola stessa.

Purtroppo in tanti cascano nella sindrome del gregge, e per motivi che meriterebbero l’analisi di uno specialista della psiche, hanno bisogno di sentirsi parte di qualcosa di “divino”, forse per potersi auto divinizzare quasi per osmosi. Ieri sui forum di discussione, oggi sulle pagine social, continuano gli scontri verbali dei fedelissimi che – più monarchici del re – si battono per dimostrare che “il mio Maestro è più migliore del tuo!!!” (sic).
A loro parzialissima discolpa vanno ascritte le leggende raccontate da Senpai a Kohai senza alcuno spirito critico e senza minimamente chiedersi cosa volessero davvero significare in origine e come siano giunte sino a noi, a volte con macroscopici difetti di traduzione o senza minimamente considerare i tempi e le società che li hanno originati (quanti karateka usano e abusano di “Oss!” senza minimamente chiedersi cosa significhi davvero?). In altre e semplici parole, possiamo anche accettare che un bambino creda che Pinocchio si trasformi da burattino di legno in fanciullo in carne e ossa o che il cacciatore tragga fuori dallo stomaco del lupo la nonna di Cappuccetto Rosso viva e vegeta, ma ad un adulto chiederemmo una minore credulità ed una maggiore capacità di analisi critica.

Questa lunga premessa per dire gli uomini le cui immagini sono sul Kamiza non sono divinità e non vanno adorati come tali; si tratta di uomini come noi, eccezionali nella loro visione spirituale o nella loro perizia tecnica ma sempre e comunque uomini come noi, con pregi e difetti, qualità e attributi, luci e ombre simili a quelle di tutti noi. Sono sul Kamiza non perché divini ma perché – pur essendo “umani, troppo umani” (per dirla alla Nietszche) sono riusciti ad essere d’esempio per i loro contemporanei e per i loro postumi.

Quelle immagini sono sul Kamiza non perché gli si debba rendere culto ma perché noi tutti si rivolga a loro il ringraziamento opportuno e dovuto a chi ci indica una strada e ci mostra il cammino. “Tradizione” significa etimologicamente “trasmettere”, un atto che avviene se c’è chi trasmette (ovviamente) ma anche chi riceve; l’uno non avrebbe senso senza l’altro, e salutare con un inchino quelle immagini all’inizio ed alla fine di ogni sessione di pratica sta a confermare – a noi stessi prima che ad altri – la nostra scelta di ricevere ciò che gli altri ci hanno dato, e il nostro impegno di trasmetterlo a nostra volta quando ve ne saranno le opportunità.

L’essere consapevoli della “umanità” dei Maestri passati non è mancare loro di rispetto, quanto piuttosto onorarli nelle loro capacità e – allo stesso tempo – privare noi di una facile scusa per giustificare il nostro scarso impegno o i risibili progressi. I Maestri non furono eccezionali perché divini; furono uomini come noi, e come loro quindi, noi potremmo raggiungere il loro livello, se ci impegneremo con la loro costanza e la loro dedizione. Si leggano le biografie dei Maestri più moderni: Ueshiba Morihei, Jigoro Kano, Gichin Funakoshi, Fu Chen Song, solo per citare i più noti, e leggeremo di persone spesso gracili fisicamente quando non malate, allenate di notte o sottoposte a pratiche ripetitive e al limite della ossessione per migliorare il minimo particolare, che spesso non erano neppure tra i migliori allievi dei loro istruttori eppure alla fine sono diventati chi oggi ricordiamo grazie alla loro perseveranza, alla loro passione, alla loro dedizione.

Quando ci inchiniamo davanti al Kamiza quindi, non veneriamo un Dio, non adoriamo un essere soprannaturale ma ringraziamo un uomo che – pur con tutti i suoi difetti – ci è di esempio ed ha qualcosa da insegnarci.

Sta a noi, prima e dopo il saluto, fare quanto possiamo per imparare. Solo così il nostro saluto avrà un senso compiuto e non sarà una ipocrita scimmiottatura, solo così onoreremo davvero la memoria e l’esempio dei Maestri passati.

Shimadzu Iroha-no-uta – quinta parte

La saggezza di Kagoshima passata di generazione in generazione dei Samurai del clan Satsuma

Continuo la pubblicazione della traduzione in Italiano di una serie di articoli di Alex Bradshaw, che ringrazio sempre per avermene concesso il permesso. Ho cercato di rimanere il più aderente possibile ai suoi testi e ai relativi post che potrete trovare pubblicati qui. Riprendo e condivido la riflessione che questi quarantasette insegnamenti sono estremamente attuali ed applicabili alla nostra vita di ogni giorno ed altri ci aiutano ad intravedere quanto differenti fossero vita e sentire nel Giappone dei Samurai durante il periodo Sengoku

Potete trovare qui l’articolo originale

Lo Shimadzu Iroha-no-uta è una collezione di poemi corti scritta da Shimadzu Tadayoshi circa a metà del 1.500.

Conosciuto anche come Jisshin-ko Iroha-no-uta, raccoglie 47 precetti , ognuno dei quali inizia con una lettera dell’alfabeto tradizionale giapponese, ed è stato utilizzato per più di 300 anni per educare i samurai della provincia di Satsuma nei principi morali da perseguire.

Lo Iroha-no-uta viene ancora ampiamente insegnato al giorno d’oggi in Kagoshima e in alcune scuole materne i bambini di cinque anni imparano a ripetere l’intero canone.

24) う 憂かりける今の身こそはさきの世と おもへば今ぞ 後の世ならん
I problemi di questa vita sono il risultato del karma delle vite passate. Ricordati che le azioni di questa vita determineranno il tuo destino nella prossima.

Le sofferenze e i problemi che affrontiamo nelle nostre vite sono il risultato del karma accumulato nelle vite precedenti. Poichè le vite passate influenzano il presente, dovremmo essere consapevoli che la nostra vita attuale influenzerà a sua volta le future. I discorsi sulle vite passate e future sono decisamente comuni nella religione Buddista. Che si voglia intendere questo letteralmente intendendo la reincarnazione, o come semplice metafora per i momenti fuggevoli della nostra vita quotidiana è decisamente irrilevante. Questo insegnamento ci esorta a tenere sempre in considerazione la causa e gli effetti che derivano dalle nostre azioni e ad essere sempre consapevoli del nostro comportamento e delle sue potenziali conseguenze.

25) い 亥に臥して寅には起くと夕露の 身を徒に あらせじがため
L’uomo saggio dovrebbe dormire alle dieci e svegliarsi alle quattro. La vita è fuggevole come la rugiada notturna. Non sprecare nemmeno un momento!

I grandi personaggi del passato sarebbero andati a dormire alle dieci e si sarebbero alzati alle quattro di mattina per concentrarsi sull’apprendimento. In questo insegnamento si paragona la vita alla rugiada notturna che si deposita ed evapora in pochi istanti. Questa è un’abitudine non solo dei grandi uomini del passato. Molti top CEOs e businessman dei giorni nostri hanno agende fitte di impegni serrati che li portano a svegliarsi presto per poter portare a termine le molte incombenze quotidiane.

26) の 遁るまじ所をかねて思ひきれ 時にいたりて すずしかるべし
Sii sempre pronto ad affrontare l’inevitabile. Quando arriva il momento la tua mente sia in pace.

Un giorno il Signore potrebbe chiamare il Samurai a rischiare la propria vita, pensando a questo e preparandosi ogni giorno, la mente può essere allenata a rimanere calma quando arriva il momento cruciale.

27) お おもほえず違うものなり身の上の 欲をはなれて 義を守れ人
È facile deviare dalla Via senza rendersene conto. Metti da parte i tuoi desideri e calca il percorso più virtuoso.

Veniamo facilmente distolti dalla retta via dai nostri desideri ed è facile deviare dal percorso più virtuoso senza rendersene conto. Se rimaniamo sempre consapevoli di questa debolezza connaturata all’essere umano, possiamo sforzarci di condurre una vita giusta e dignitosa. Questa idea di autocontrollo si ispira alle massime Confuciane ed è ben sintetizzata nell’insegnamento “Un Gentiluomo dovrebbe stare molto attento quando è da solo”. Quando intorno a noi non c’è nessuno che possa esprimere un proprio giudizio, a chi se non a noi stessi possiamo rendere conto delle nostre azioni?

28) く 苦しくも直進を行け九曲折の 未は鞍馬の さかさまの世ぞ
Anche se questo di fa soffrire, cammina sul percorso dritto ed angusto. Segui il percorso oscuro e contorto e cadrai dal Monte Kurama a testa in giù nell’oscurità.

Anche se è difficile, dobbiamo impegnarci al massimo per comportarci correttamente ed essere virtuosi e solleciti. Cercare scorciatoie o inseguire le tentazioni ci condurrà solamente lontano dal percorso coretto e rischieremo di cadere a testa in avanti nell’oscurità più profonda, come se cadessimo in un crepaccio del Monte Kurama. Il Monte Kurama è una montagna a nord ovest di Kyoto che si narra essere la residenza di Sojobo, Re dei Tengu.

29) や やはらぐと怒るをいはば弓と筆 鳥に二つの 翼とを知れ
Calma e passione, pennello e arco. Come le ali di un uccello, entrambi sono necessari per volare.

Durante le nostre vite sperimenteremo momenti di calma e momenti di passione, quiete e ira. I Guerrieri non dovrebbero limitarsi a studiare le arti marziali, ma anche approfondire la cultura attraverso arti come la calligrafia. Pennello e arco, o educazione ed esercizio fisico, sono necessari entrambi per aver successo nella vita. Come le ali di un uccello, una senza l’altra condurrà al fallimento.

30) ま 万能も一心とあり事ふるに 身ばし頼むな 思案堪忍
Anche una miriade di talenti sono inutili senza la risolutezza. Non fare lo spaccone con i tuoi talenti, piuttosto rifletti e sii perseverante.

Anche se fossimo Benedetti con molti talenti, la mancanza di forza d’animo mentale e spirituale li renderebbe inutili. Piuttosto di fare sfoggio delle nostre abilità, prendiamo il tempo per riflettere sui nostri punti di forza e di debolezza e rimaniamo perseveranti di fronte ogni difficoltà che si presenti.

Sengan-en Residenza signorile e giardini della famiglia Shimadzu
Sengan-en è un giardino tradizionale e residenza signorile costruita dal diciannovesimo capo della famiglia Shimadzu, Mitsuhisa, nel 1658. Sengan-en utilizza il principio del “paesaggio preso in prestito” e incorpora gli elementi di sfondo del vulcano attivo Sakurajima e Kinko Bay come parte dei giardini.
Alex Bradshaw
Alex è Head of Overseas Business per la Shimadzu Limited e ha vissuto per oltre 15 anni a Kagoshima.
Ha trascorso molti anni nello studio della scherma tradizionale Jigen-ryu Hyoho ed ha avuto modo di tenere dimostrazioni di arti marziali per il Principe della Corona Giapponese e presso molti venerabili santuari diffusamente in Giappone. Inoltre pratica calligrafia, zazen e molti altri elementi della cultura Giapponese e ha tradotto vari testi su questi argomenti.

Shimadzu Iroha-no-uta – quarta parte

La saggezza di Kagoshima passata di generazione in generazione dei Samurai del clan Satsuma

Continuo la pubblicazione della traduzione in Italiano di una serie di articoli di Alex Bradshaw, che ringrazio sempre per avermene concesso il permesso. Ho cercato di rimanere il più aderente possibile ai suoi testi e ai relativi post che potrete trovare pubblicati qui. Riprendo e condivido la riflessione che questi quarantasette insegnamenti sono estremamente attuali ed applicabili alla nostra vita di ogni giorno ed altri ci aiutano ad intravedere quanto differenti fossero vita e sentire nel Giappone dei Samurai durante il periodo Sengoku

Potete trovare qui l’articolo originale

Lo Shimadzu Iroha-no-uta è una collezione di poemi corti scritta da Shimadzu Tadayoshi circa a metà del 1.500.

Conosciuto anche come Jisshin-ko Iroha-no-uta, raccoglie 47 precetti , ognuno dei quali inizia con una lettera dell’alfabeto tradizionale giapponese, ed è stato utilizzato per più di 300 anni per educare i samurai della provincia di Satsuma nei principi morali da perseguire.

Lo Iroha-no-uta viene ancora ampiamente insegnato al giorno d’oggi in Kagoshima e in alcune scuole materne i bambini di cinque anni imparano a ripetere l’intero canone.

19) つ つらしとて恨かへすな我れ人に 報い報いて はてしなき世ぞ
Coltivare risentimenti verso gli altri provocherà che anche loro di conseguenza mantengano risentimenti verso di noi. Ferma questo ciclo oppure continuerà infinitamente.

Anche se altri hanno sbagliato nei nostri confronti o ci hanno causato sofferenza, è meglio non nutrire risentimento verso di loro. I sentimenti negativi nei confronti degli altri coltiveranno la stessa reazione da parte loro di conseguenza e questo provocherà un ciclo infinito di miserie. Piuttosto che biasimare le altre persone dovremmo assumere un atteggiamento di superiorità morale e rifiutare di essere coinvolti, risparmiando agli altri e a noi stessi dei dispiaceri inutili.

20) ね 願わずば隔もあらじ偽の 世に誠ある 伊勢の神垣
La Divinità di Ise è giusta, nonostante il mondo sia malvagio. Se le tue preghiere sono sincere verranno sicuramente esaudite.

Il ventesimo insegnamento dello Iroha-no-uta fa riferimento al Kami del Grande Santuario di Ise, la dea del Sole Amaterasu. Nonostante il mondo sia imprevedibile e pieno di malvagità, se noi restiamo risoluti nella rettitudine e ci impegniamo con determinazione, gli Dei e i Buddha ci daranno il potere di raggiungere i nostri obiettivi. Questo insegnamento è una esortazione a non smettere di credere che potremo avere successo e a non lasciarci mai abbattere dai casi di dura realtà del mondo intorno a noi.

21) な 名を今に残し置ける人も人 こころも心 何かおとらん
Coloro i quali compirono grandi imprese erano persone proprio come noi, con lo stesso cuore e la stessa mente . Non sottostimare mai quello che potresti essere capace di ottenere.

Anche le grandi personalità del passato, i cui grandiosi risultati sembrano totalmente al di fuori della nostra portata, erano esseri umani come noi, con lo stesso cuore, la stessa mente che abbiamo anche noi. Tenendolo sempre presente, diventa assurdo dubitare delle nostre capacità e pensare che noi stessi non possiamo raggiungere risultati eccellenti come i personaggi storici che ci sono di ispirazione.

22) ら 楽も苦も時過ぎぬれば跡もなし 世に残る名を ただ思ふべし
Con il tempo piacere e dolore svaniscono senza lasciare traccia. Piuttosto pensa al nome che lascerai in questo mondo.

Piacere e dolore sono passeggeri e si affievoliranno con il tempo. Piuttosto che preoccuparsi di queste banalità quotidiane è meglio proseguire con la propria vita ed impegnarsi, pensando al nome e alla reputazione che lasceremo ai nostri discendenti.

23) む 昔より道ならずして驕る身の 天のせめにし あはざるはなし
Sin dai tempi antichi coloro i quali sono andati arrogantemente contro la Via hanno sempre subito la vendetta dei Cieli.

Chi va contro la Via sarà punito dalla collera Divina, questo è ciò che capita sin dai tempi antichi. Cosa è “la Via”? Si intendono sostanzialmente i principi fondamentali che sottostanno alla nostra vita. Questo può essere cercato e coltivato attraverso le arti e le capacità ed anche attraverso la vita quotidiana in relazione con gli altri.

Sengan-en Residenza signorile e giardini della famiglia Shimadzu
Sengan-en è un giardino tradizionale e residenza signorile costruita dal diciannovesimo capo della famiglia Shimadzu, Mitsuhisa, nel 1658. Sengan-en utilizza il principio del “paesaggio preso in prestito” e incorpora gli elementi di sfondo del vulcano attivo Sakurajima e Kinko Bay come parte dei giardini.
Alex Bradshaw
Alex è Head of Overseas Business per la Shimadzu Limited e ha vissuto per oltre 15 anni a Kagoshima.
Ha trascorso molti anni nello studio della scherma tradizionale Jigen-ryu Hyoho ed ha avuto modo di tenere dimostrazioni di arti marziali per il Principe della Corona Giapponese e presso molti venerabili santuari diffusamente in Giappone. Inoltre pratica calligrafia, zazen e molti altri elementi della cultura Giapponese e ha tradotto vari testi su questi argomenti.

Shimadzu Iroha-no-uta – terza parte

La saggezza di Kagoshima passata di generazione in generazione dei Samurai del clan Satsuma

Continuo la pubblicazione della traduzione in Italiano di una serie di articoli di Alex Bradshaw, che ringrazio sempre per avermene concesso il permesso. Ho cercato di rimanere il più aderente possibile ai suoi testi e ai relativi post che potrete trovare pubblicati qui. Riprendo e condivido la riflessione che questi quarantasette insegnamenti sono estremamente attuali ed applicabili alla nostra vita di ogni giorno ed altri ci aiutano ad intravedere quanto differenti fossero vita e sentire nel Giappone dei Samurai durante il periodo Sengoku

Potete trovare qui l’articolo originale

Lo Shimadzu Iroha-no-uta è una collezione di poemi corti scritta da Shimadzu Tadayoshi circa a metà del 1.500.

Conosciuto anche come Jisshin-ko Iroha-no-uta, raccoglie 47 precetti , ognuno dei quali inizia con una lettera dell’alfabeto tradizionale giapponese, ed è stato utilizzato per più di 300 anni per educare i samurai della provincia di Satsuma nei principi morali da perseguire.

Lo Iroha-no-uta viene ancora ampiamente insegnato al giorno d’oggi in Kagoshima e in alcune scuole materne i bambini di cinque anni imparano a ripetere l’intero canone.

13) わ 私を捨てて君にしむかはねば うらみも起こり 述懐もあり
Quando sei al servizio del Signore, metti da parte ego ed egoismo o verrai consumato da amarezza e rammarico.

Quando lavoriamo in una organizzazione, ci sono momenti nei quali dobbiamo dimenticare il nostro ego e portare avanti le cose che ci sono da fare. Se non lo facciamo, ci limiteremo ad accumulare risentimento e amarezza per la nostra posizione e questo ci impedirà di progredire.

14) か 学問はあしたの潮のひるまにも なみのよるこそ なほ静かなれ
Pratica l’apprendimento a partire dalla mattina e durante il pomeriggio, ma sopratutto nella quiete della sera.

Dobbiamo accingerci diligentemente allo studio a partire dalla mattina e durante il pomeriggio, ma il momento migliore per lo studio è alla sera, quando c’è quiete e ci sono poche distrazioni. Nel modo moderno è sempre più difficile disporsi all’automiglioramento, circondati come siamo dalla tecnologia che può facilmente ossessionarci, ma se riusciamo a dedicare allo studio anche poco tempo ogni sera, questo sarà sicuramente di grande beneficio.

15) よ 善きあしき人の上にて身を磨け 友はかがみと なるものぞかし
Conosci il bene ed il male degli altri. Usa i tuoi amici come uno specchio per coltivare te stesso.

Dobbiamo imparare a riconoscere le caratteristiche negative e positive delle altre persone, perchè è molto difficile riuscire a vederle chiaramente in noi stessi. Quindi usando i nostri più cari amici come uno specchio, esaminiamo i loro comportamenti per riuscire a vedere in cosa potremmo essere noi stessi in errore. L’obiettivo non è quello di criticare gli atteggiamenti altrui, piuttosto è semplicemente di utilizzarli come linea guida per il nostro miglioramento personale. Qui probabilmente si allude anche al fatto che la frequentazione di cattive compagnie può solo portare al peggioramento del proprio carattere.

16) た 種子となる心の水にまかせずば 道より外に 名も流れまじ
Innaffia i semi della perfidia che dimora nella tua mente e sicuramente devierai dal corretto percorso trascinando con te la tua reputazione.

Dobbiamo evitare di concederci quei pensieri malvagi che possiamo avere perchè questi ci condurranno definitivamente lontano dal percorso di verità e rovineranno la nostra reputazione. Piuttosto dobbiamo sradicare questi “semi di perfidia” e coltivare una mente giusta.

17) れ 礼するは人にするかは人をまた さぐるは人を 下ぐるものかは
Le buone maniere e l’etichetta sono veramente per il bene degli altri? Guarda gli altri dall’alto al basso e tu stesso sarai trattato nella stessa maniera.

Non dobbiamo fare l’errore di pensare che le buone maniere e l’etichetta siano per il bene delle altre persone. Educazione e formalità sono per il nostro stesso progresso personale, trattare gli altri in modo irrispettoso, indipendentemente dalla loro posizione sociale, porterà gli altri a reagire guardandoci dall’alto al basso come se fossimo persone di rango inferiore.

18) そ そしるにも二つあるべし大方は 主人のために なるものと知れ
Ci sono due maniere in cui i servitori possono parlare male dei propri superiori. Impara a distinguere cosa è egoistico e cosa è per il bene del Signore.

I servitori potranno generalmente parlare male dei loro superiori in due maniere. La prima è soltanto egoistica, con l’unico intento di giustificare le proprie azioni e crescere di rango. La seconda è perchè sono sinceramente interessati a risolvere le situazioni e intendono far sentire le proprie ragioni affinchè migliorino le cose. Questo insegnamento di ammonisce a determinare di quale caso si tratti e ad agire di conseguenza.

Sengan-en Residenza signorile e giardini della famiglia Shimadzu
Sengan-en è un giardino tradizionale e residenza signorile costruita dal diciannovesimo capo della famiglia Shimadzu, Mitsuhisa, nel 1658. Sengan-en utilizza il principio del “paesaggio preso in prestito” e incorpora gli elementi di sfondo del vulcano attivo Sakurajima e Kinko Bay come parte dei giardini.
Alex Bradshaw
Alex è Head of Overseas Business per la Shimadzu Limited e ha vissuto per oltre 15 anni a Kagoshima.
Ha trascorso molti anni nello studio della scherma tradizionale Jigen-ryu Hyoho ed ha avuto modo di tenere dimostrazioni di arti marziali per il Principe della Corona Giapponese e presso molti venerabili santuari diffusamente in Giappone. Inoltre pratica calligrafia, zazen e molti altri elementi della cultura Giapponese e ha tradotto vari testi su questi argomenti.